Il terzino rossonero: “Ai miei tempi in Prima Squadra c’erano dei mostri sacri che ti mettevano in soggezione solo a salutarli. Oggi è diverso…“
Intervistato da Forza Milan Mattia De Sciglio ha ripercorso i suoi primi passi nel calcio professionistico, ricordando del suo passaggio dalla Primavera rossonera alla Prima Squadra: “Al mio primo anno di Primavera ero più giovane dei miei compagni e ho fatto tanta panchina. Mi dispiaceva perchè m’impegnavo sempre tanto in allenamento, ma il mister aveva le sue idee e d essendo io di uno o due anni più giovane rispetto alla categoria lo accettai“.
Intervista a De Sciglio: la svolta
Dopo un inizio difficile, ecco la continuità d’impiego e il salto in Prima Squadra: “L’anno dopo ho ripreso a giocare e a fine stagione Galli mi ha comunicato che sarei andato in ritiro con la Prima Squadra. Eravamo in sei della Primavera e ci è stato detto che al termine della preparazione Allegri avrebbe scelto due di noi da tenere in pianta stabile con i grandi. A quel punto mi sono detto ‘O la va o la spacca’, era la mia grande occasione. Al termine del ritiro restammo in squadra io e Valoti. Da quel momento mi sono sempre allenato con i grandi, ma quando Allegri non aveva bisogno di me giocavo con la Primavera per non perdere il ritmo partita“.
Intervista a De Sciglio: prime apparizioni e conferme
“Nella prima stagione ho debuttato in Champions League, poi ho giocato ho giocato per la prima volta dal primo minuto cntro il Viktoria Plzen nella gara di ritorno. Più avanti l’esordio in campionato e altre due gare in Serie A. ”
Intervista a De Sciglio: cambiano i tempi
“Sono cambiati i tempi: fino a quando ero nelle giovanili in Prima Squadra c’erano dei mostri sacri che ti mettevano soggezione solo a salutarli. Ho avuto la fortuna di far parte di questo gruppo di persone: mi hanno messo a mio agio, mi hanno aiutato ad integrarmi. Ora mi accorgo che tanti ragazzi si sentono arrivati prima ancora di debuttare in Prima Squadra. Molti di loro firmano i contratti prima, iniziando a guadagnare a 16 anni. Hanno un approccio diverso rispetto a quello che ho avuto io”.